126 investitura alcuna dall’impero. E benché io sapessi che sì, e che al tempo dell’imperator Sigismondo era stata investita di tutti quei luoghi, pure per più sicurtà mi parve rispondere, che non lo sapeva. Ed egli allora : « Io vi so dire che la Signoria è stata investita per lo passato di tutte le terre e lochi imperiali che essa tiene, ma non ha di poi fatta la ricognizione agl’imperatori che sono succeduti di tempo in tempo ». Il domandai come lo sapeva. Disse che il re stesso (Massimiliano) gliel’ avea detto in certo proposito dolendosi della Signoria che non volesse fare quello facevano tutti gli altri d’Italia e fuori, che tengono Stati sottoposti all’imperio, soggiungendo che si maravigliava che quella non cercasse rinnovare queste investiture e far comprendere in esse le terre di Cremona e Ghiaradadda, e giudicava eh’ ella se ne astenesse per una delle due cause, o per la spesa, la quale in questo caso non dovrebbe venire in computo per assicurarsi una volta per sempre di non aver in seguito impaccio nè novità alcuna dall’impero, o per dubbio che Sua Maestà potesse non acconsentirvi e metterla per conseguenza in qualche nuovo pensiero, e a questo sareb-besi potuto trovar modo con farlo tentare alla lontana per terza mano, sicché quando S. M. non fosse contenta di concedere quella investitura, non se ne facesse altro. In questo frattempo erasi già compita la conquista di Napoli. Erano partiti i Francesi dalla Lombardia sotto il comando del duca di Nemours e del signor di Aubignì, mentre la flotta si partiva da Genova. Re Federigo, ignaro dell’ accordo che passava con Ferdinando d’ Aragona suo parente, si volse per soccorso al Consalvo suo capitano che allora trovavasi in Sicilia, nè si rifiutò di consegnargli alcune città della Calabria eh’ ei diceva voler difendere. Ma giunti intanto i Francesi a Roma si svelò il trattato, e colla solita promessa di portar poi la guerra contro al