416 ciò molte manifeste dimostrazioni consonanti, alla venuta del sig. Duca ; come non si ha di poi a dubitare di questo ; ora voler che si muti il titolo e nome, non si può fare secondo la ragione e giustizia, non .essendo ancora l’illustrissimo duca di Milano dichiarato colpevole e privato dello Stato, e però avendone V. E. esortati a conservare giustizia, questo saria principio di fare contrarii effetti ; cominciando a fare il torto verso noi, si potria credere che male ad altri si amministrasse ragione, tanto più che avendo fatto il giuramento nelle mani del sig. duca sarebbe il Senato privo esercitando 1' officio in altro nome ; ed oltre di ciò mancando il Senato verso il sig. duca, sarebbe congettura che verso qualunque altro non facessimo mai il debito nostro. Per tanto per la conservazione della giustizia, onore ^ e fede sua si prega V. E. sia contenta non dargli questo carico ». Non perciò si acquietava il marchese, che anzi insisteva più che mai perchè la città giurasse, al che dopo lungo rifiutarsi e schermirsi, propose essa finalmente di acconsentire, ma con una formula (1) che a nuli’ altro obbligasse se non a non intraprendere nulla in danno di Sua Maestà cesarea, senza far parola della sua dominazione, lo che punto non piaceva agl’imperiali, i quali passarono perfino alle minaccie ed il 12 dicembre un comando assoluto del governatore intimava (1) Jurdbìt Civitas mediolanensis nunquam scienter in Consilio fu-turam vel auxilium alicui prestaturam ut ser.us imperator et ejus successores vel in persona vel in statu vel in honore incuriae, vel detrimenti quiquam subeat et si sciiMrit vai audierit qnicquam ex supradic-tis tractari, quanto citius poterit bona fide majesfati suae aut agen-tibus in Statu Mediolani pro ea renonciabif, si aliquid secreto sibi manifestatimi fuerit, nemini absque serm. majestatis suae licentia revela-bit, requisita ut aliqua in re illi consilium prestet quod sibi magis expe-diens videbitur, fideliter feret, numquamque quod ipsa sciat aliquid faciet quod ad ejus et successorum status vel sui injuriam pertineat, eaque denique omnia facient, quae civitas erga inzperatorem et sacrùm, Eomanorum imperium facere debet. Sanuto XL, 359.