387 nava all’ Emo si ritirasse di qua dall’ Oglio. Arrivato intanto il generale duca d’ Urbino con truppe raccolte in Romagna, mosso al soccorso di Cremona assediata, ed i Francesi di là ritirandosi, si volsero di nuovo a Milano che strinsero d’ assedio. Obbligati egualmente a partirsene pei rigori della stagione e per la mancanza dei viveri, e a ripiegarsi verso il Ticino, piantarono gli accampamenti a Biagrassa (1). Poco dopo morì il vecchio Prospero Colonna e venne a sostituirlo il viceré di Napoli Carlo di Lanoy il quale chiamò tosto a Milano 1’ Emo e il duca di Urbino per tenere consiglio sulle operazioni da farsi (2). L’ ambasciatore francese a Venezia presentava dal canto suo una memoria al Collegio, per dissuadere la Repubblica dal-1’ nnire le sue alle truppe cesaree (3). Diceva : « Serenissimo principe e signori eccellentissimi. Non essendo mai mancato, poiché io sono qua non solo come ambasciatore della maestà cristianissima ma ancora come affezionato servitore che sono a questo Stato, di dirgli tutto quello che mi è occorso per suo benefìzio, molto manco mi è parso farlo di presente, massime sapendo quello che si ricerca dagl’ inimici di S. M. di quanto momento sii e quanto pericolo chiaro ed aperto porti a questo eccellentissimo dominio. Il che vostra sublimità e questi eccellentissimi signori lo torranno da me non come da chi si persuade potergli ricordar meglio di quello che lor pensano, ma da chi è spinto da grande amor, affezione e servitù e a chi sommamente dispiacerebbe la ruina di questo Stato e che si desse occasione alla Maestà cristianissima di non averli in quel luogo che sin qui li ha avuti. Io so la grande istanza che (1) Avvenimenti dei Francesi sotto Milano dal 16 al 22 sett. 1523 Sanuto XXXIV. (2) Onori all’ Emo a Milano. Sanuto, t. XXXV, 12 gen. 1524, p. 227 e 233. (3) 18 gennaio 1524. Sanuto Diarii XXXV, p. 11. t