557 tordici pezzi d’ artiglieria, e loro si accompagnava Babon di Naldo con ottocento archibugieri di fanti dei Veneziani (1). Giovanni de’ Medici doveva con avvisaglie in varii punti distrarre le forze del nemico. Il Lescu maresciallo di Foix dovea girare intorno all’ ala sinistra dell’ esercito imperiale, passare il ponte e piombare con trecento lancie ed una parte delle fanterie alle spalle di Prospero Colonna, ove stava di guardia Francesco Sforza colle milizie milanesi ; il Lotrecco poi col restante della cavalleria e della fanteria francese doveva piegare a destra e penetrare nel campo nemico, e perchè 1’ assalto fosse improvviso, avea ordinato a’ suoi di porre sui vestimenti la croce rossa degli imperiali invece della bianca eh’ era quella dei Francesi. Tenevano la retroguardia i Veneziani. Ma tutte queste schiere avendo diverso cammino a percorrere, non potevano giungere contemporaneamente ai posti loro assegnati, e quando il Montmorensì che fu il primo ad arrivare, voleva attendere il maresciallo di Foix, gli Svizzeri burbanzosi, e tutto volendo per sèi’onore, ricusavano d’ obbedire, e marciarono difìlatamente verso la fanteria tedesca del Frundsberg e la spagnuola del Pescara. Ad un tratto ecco farsi loro dinanzi alcuni fossi e dietro a questi i bersaglieri nemici, che con un fuoco vivissimo ne menarono grande strage; ventidue de’ loro capitani e più di tremila soldati vi trovarono la morte. Gli schioppettieri veneziani battevano gli Spagnoli di fianco (2) ; giunto intanto il Lescu con uno squadrone di gente d’ armi, aprivasi la via verso il forte, ma la giornata era perduta, gli Svizzeri più non pensavano che a ritirarsi, invano cercando di ritenerli i loro capi per dar soccorso alle genti del (1) Parata IV, 208, Sismondi, Guicciardini. (2) Descrizione della battaglia di Andrea Foscolo. Sanuto XXXIII, p. 191.