55 zìone e dissero : che quello che avea fatto l’E. S. per la salvazione d’Italia era molto, ma che ancora restava il più in far che una volta Italia si vedesse coll’ autorità e poter di lui liberata da tanti mali; per il che oltre le universal comendazioni del mondo poteva etiam sperar ampio frutto dal signor Iddio. « E per quanto aspetta al venir all’aperta con Sua Ecc. noi gli affermammo che la disposizion ed ottima mente di V. 111. Signorie e di tutto il Senato nostro non potria al mondo esser più sincera e più libera e affettuosissima di quello la è verso di lei, e per questo la richiede confidentemente che dichiari e ricordi i pensier suoi perchè avendo la pratica 'ed esperienza di quella nazion francese la può molto meglio parlar e ricordar di quello possa far la illma Signoria nostra per i rispetti predetti. E rinnovando le assicuranze della unità ed indissolubil amicizia lo sollecitavamo a parlare e che se V. Sublimità gli aveva spesso fatto dir che l’era prudente e savio, lo diceva a gloria sua e per dir il vero come a tutto il mondo è notissimo ». « S. E. ne rispose : Dapoi che Yre Magnificenze vogliono così, son contento dir quanto mi occorre, tuttavia perchè lo consultiamo insieme e rimettendolo al giudizio sapientissimo di quella 111.ma Signoria. Io vedo che il re di Franza è partito da Fiorenza e va a Siena; per quanto aspetta a Fiorenza avete inteso l’ordine eh’ io ho dato a messer Galeazzo ; per quanto spetta a Siena quella comunità non ha una parte sola nè due, ma ve ne sono ben quattro, tre delle quali sono cacciate fuori e quella che resta è in tre o quattro persone che governano. Io non vorria che questi assistenti del re per toccar qualche somma di ducati, al suo consueto, volesse introdur qualcuna di quelle parti e far qualche novità. E in questo caso io ho pensato che Siena è terra d’imperio e già ho scritto a M. Galeazzo in buona forma, che occorren-