‘267 Ricevuta dal Senato sogretissimamente questa comunicazione per mezzo di Pietro Bressan segretario del Gritti, dava parole vaglie, che essendo la Repubblica col legata col papa e con Spagna voleva solo d’accordo con questi procedere. E intanto spingeva col mezzo del papa più che mai il componimento con Massimiliano, col quale infatti concludeva una tregua che durar doveva dall’ aprile a tutto gennaio dell’anno susseguente (1). Il che saputosi dal re di ’Francia, raccomandò al suo capitano in Italia, Gastone de Foix, di venire a qualche luminoso fatto prima che l’imperatore richiamasse i Tedeschi che militavano colie truppe di Francia. Dopo la presa di Brescia, era Gastone ritornato nella Romagna, e cercava trarre a battaglia il capitano spagnuolo Raimondo di Car-dona che avea sotto i suoi ordini mille cinquecento uomini d’arme, mille cavalleggeri, settemila fanti spagnuoli e tremila italiani ; aspettavansi inoltre sei mila Svizzeri che il cardinale di Sion avea promesso di condurre a comuni spese del papa e dei Veneziani. Ma il Cardona attendendo che l’invasione inglese obbligasse Luigi XII a richiamare le sue genti dall’Italia, metteva ogni impegno nell’ evitare di venire ad uno scontro decisivo. Allora il Foix si volse all’ assedio di Ravenna, certo che il Gardona non avrebbe potuto lasciar prendere questa città sotto a’ suoi occhi. E così avvenne per 1’ appunto. I Francesi assediavano Ravenna, quand’ebbero notizia dell’avvicinamento dell’esercito del Oardona, contro il quale drizzarono tosto le loro artiglierie ; fece il Foix nella notte del 10 aprile gittare alcuni ponti sul fiume Ronco e spianare gli argini che lo infrenavano in tempo di piena ; e la seguente mattina, domenica di Pasqua, fece passare i suoi (1) Secreta, 6 aprile 1512.