285 nella Lombardia, ove già l’esultanza pel ritorno dello Sforza erasi mutata in noia e disgusto e specialmente a causa delle prepotenze degli Svizzeri, ond’ era appena Massimiliano partito da Milano, che questa città alzava di nuovo le bandiere di Francia. Tuttavia non cessava il Senato di raccomandare all’Alviano la prudenza (1), e di evitare sopratutto di venire ad una battaglia campale, che perduta, avrebbe portata seco l’intera sua distruzione, dappoiché i Tedeschi aveano ripreso e saccheggiato Cologna e fatte alcune fortunate scorrerie fuor di Verona. La guerra pareva quindi dovere aver poca durata, le truppe veneziane occupando nel giro di pochi giorni la metà dello Stato milanese, i Francesi 1’ altra metà con di più Genova, laonde già più non rimanevano a Massimiliano Sforza se non che Como e Novara. Ma Massimiliano appunto in quest’ultima città univasi cogli Svizzeri ch’egli avea saputo muovere a propria difesa, mentre i Francesi invece di seguire il consiglio del Gritti di volgere le proprie forze prima ad abbattere gli Spagnuoli, fiaccati i quali anche gli Svizzeri si sarebbero trovati a mal partito, vollero piuttosto ostinarsi nell’ assedio di Novara. Dal che avvenne che gli Svizzeri ebbero tempo a sempre più ingrossarsi, ed era la notte del 6 giugno 1513 quando tacitamente mossero verso Riotta e Trecase, dove 1’ esercito francese sfavasene negligentemente accampato. Ai primo romore dell’avvicinamento del nemico i Francesi diedero fuoco alle loro artiglierie che menarono grande distruzione tra gli Svizzeri, ma questi non perciò disanimati si gettarono arditamente su quelle e se n’ impadronirono : la cavalleria male poteva operare tra le paludi e impedita dal fosso che gli stessi Francesi aveano scavato, (1) 5 giugno 1513, Secreta.