176 sime parole direte a quelli fedelissimi popoli ohe essendo ossequentissimi figliuoli del snmmo Pontefice, padre del stato nostro, abbiamo procurato che sua Beatitudine li accetti come ha fatto in boni et devotissimi sudditi, e ha in segno di questo dementissime datogli la benedictione sua, confortandoli che i habino a star de bon animo et che essendo in protectione de S. S. i reputino esser nella propria nostra afBrmandoli che mai non siamo per marcarli d’ intercessio-sione e favore appresso la Santità predicta (1). » E così parevano finalmente accomodate le cose col Papa, il quale chiamò di nuovo i Veneziani buoni e carissimi figli della sede apostolica e della beatitudine sua (2), e v! era motivo a sperare che tutto potesse volgere a quiete. Ma altramente divisavano le sorti della misera Italia. I Fiorentini continuavano ancora nella loro guerra di Pisa, in cui soccorso il Consalvo avea mandato alcune truppe spagnuole, scoprivasi in Ferrara una congiura (2) contro il nuovo duca Alfonso succeduto l’anno innanzi al padre Ercole, tramata dai suoi fratelli Ferdinando e Giulio che furono condannati a morte, ma poi per grazia di Alfonso a carcere perpetua ; Genova agitata dalle fazioni non frenate neppure dal dominio straniero del re di Francia e dalla presenza del Ravestein suo governatore, vedeva i suoi nobili cacciati, il potere nelle mani della plebe, e venir di nuovo re Lodovico con considerevoli forze a ripristinarvi 1’ ordine ; il Papa finalmente, deciso di abbattere tutt’ i tirannucci di Romagna (1) 6 marzo 1505, p. 85 Secreta. (2) 6 marzo, p. 84. Questa recoriciliazione risulta oltre che dal Secreta, anche da una lettera del duca d’ TJrhino che fu il mediatore promettendo il Papa che cedutegli dalla Repubblica le altre terre tolte al Valentino, le lascerebbe Faenza e Rimini senza molestia, Comm.., XIX, 13 febbraio 1505, p. 50. Il Papa mandò suo commissario a ricevere le dette terre Gio: Ruffo, Ibid. (3) 12 luglio 1506.