3o i medesimo autore, messa in musica da un compositore sì celebre qual era Reynard Kaiser (Reinardo Cesare), era quasi un tertium quid fra il parlare e il cantare (*). Una grande introduzione, come noi 1’ a-miamo di presente nelle nostre opere, era anche allora di moda; ma questa non andava gran fatto a genio del nostro Feind, giacché ei dice, se non è piccolo lustro il vedere all’alzar della tela molti personaggi apparir sulla scena e cantare in coro, sarebbe cosa meschina e brutta convertir l’uso in costume e cominciar così tutte le opere. Un gran finale al termine era pure canone fondamentale, e su questo non aveva che dire: ben era mortale nemico dei personaggi buffi che per cosa al mondo non avrebbe tratti in iscena se avesse avute le mani libere. Ma ad Amburgo vi era il mal vezzo di non porre in iscena un’opera senza 1’ arlecchino, e perciò aneli’ egli fece il suo Carnoval di Venezia, ch’ebbe grande fortuna. Nullameno le sue buffonerie sono più decenti e modeste per (*) Questo Reinardo Cesare nato nel 1673 e morto nel 1739, quanto a rinomanza e a fecondità, era il Rossini di quel tempo e di quella parte di mondo. Ei compose nientemeno che millesettecento opere e molto lavorò anche per chiesa. Il poeta Feind a cui aveva messo iu musica tutte le opere, gli dedicò sedici stallie di ringraziamento. L'App., Voi. II. 18