409 accordo senza includervi la Repubblica, e sopra tutto stesse bene avvertito che erano forse inganni per ¿sciogliere F unione sua con Venezia, grande ostacolo ai disegni imperiali : si affrettasse intanto a metter all’ordine le sue genti, e quelle dei Fiorentini che aveano pure aderito alla lega per la libertà d’Italia, mandasse a levar truppe negli Svizzeri, riaccogliesse in grazia il duca di Ferrara dalla cui opera molto vantaggio avrebbe potuto derivare agli alleati (1). Ma che ? ecco ad un tratto il papa cambiar pensiero, ed inclinare ad una unione con Cesare, adducendo la necessità cbe ve lo tirava, invano rappresentandogli il Senato avere i collegati forze bastanti a difendere le cose loro contro ogni tentativo degl’ imperiali, dappoiché la Repubblica teneva allora in piedi novecento cavalli di grave armatura, seicento di leggera, diecimila fanti oltre all’ armata marittima (2) ; Alfonso duca di Ferrara dugento sessanta cavalli di grave armatura, quattrocento di leggera e non poca fanteria, e il duca di Urbino avere in animo che con duemila cavalli di tutte armi, mille cinquecento leggeri e trenta mila fanti la libertà e il decoro d’Italia potessero sostenersi, e non solo respingere gli attentati, ma al caso recare anche non poco danno agli autori loro ; badasse bene che unirsi con Cesare era un dichiarar guerra ai Francesi e dar tutta l’Italia in balìa di lui. Ma Clemente, più stretto dalle presenti cose che premuroso dell’ avvenire, conchiudeva il 1.° d’aprile 1525, col viceré : che Francesco Sforza sarebbe conservato nella signoria di Milano, che l’imperatore garantirebbe lo Stato ecclesiastico da ostili insulti, che prenderebbe in protezione la Repubblica fiorentina e conserverebbe in dignità la famiglia Medici, si ritirerebbero prontamente le truppe accampate negli Stati della Chiesa ; i Fiorentini pagherebbero (1) 6 marzo 1525, pag. 125 Secreta. (2) Morosini, Storia, libro II. Vol. 7. 52