;ì49 gli Svizzeri ed alcuni piccioli pezzi d’artiglieria cominciarono a battere il bastione di Porta Ticinese ove si erano raccolte trecento lancie veneziane con altre francesi condotte dal Lotrecco al primo avviso del pericolo. Mentre si combatteva, ecco dietro alle spalle dei Veneziani alzarsi grida di ammazza, ammazza, ed essi credendosi allora racchiusi tra gli spagnuoli ed il popolo sollevato, si disordinarono, sbandaronsi, diedersi a disperata fuga, e gl’ imperiali entrati dalla porta e nel borgo penetrarono nella città fra le grida del popolo (1) Chiesa Chiesa, Impero, Duca, Palle (2); il Lotrecco spaventato a tanto improvviso rovescio erasi appena potuto salvare a Como, il Gritti a Lodi : le genti veneziane che marciavano alla volta di Milano aveano indietreggiato, ritirandosi a Bergamo. Seguendo l’esempio di Milano si arresero agl’ imperiali Lodi, Pavia, Parma e Piacenza : una sola giornata, anzi poche ore aveano bastato a cambiar la sorte della Lombardia, ed il Senato scrivendone il 23 al suo ambasciatore alla corte imperiale confessava non ancora saperne il come, tanto la cosa avea del maraviglioso (3). E al Gritti scriveva il 26 che l’esercito francese con le genti d’arme senza fanteria, senz’artiglierie, senza denari, farebbe bene a ridursi in Ferrara ove sarebbe vicino, senza entrare nelle terre venete, avendo l’imperatore dichiarato che se in queste fosse accolto, muoverebbe guerra alla Repubblica (4). Coll’ ambasciatore cesareo poi si scusava dei soccorsi dati a Francia per obbligo dei trattati, che confessava inferiori a quanto avrebbe potuto (5), ma ora dar ricovero ai Francesi che (1) Lettere di Paolo Nani, del cardinale de’ Medici, ed altri; Sanuto XXXII, 106, 109, 113. (2) Stemma de’ Medici alla cui famiglia apparteneva Leone X. (8) Secreta 23 novembre 1521. (4) Ibid. 26 novembre, p. 46. (5) Era detto questo soltanto per ¡scusarsi, oppure effettivamente,