28 I dà i versi obbligati ne sottoponesse pure le rime: il pubblico e la poetessa ne guadagnerebbero certo. XI. Teatro delia Fenice. -—Sui balli. — Sull’ultimo GIORNO DI MeSSOLONGI. — SuL TaNCRE- d. a Noi abbiamo un bel riderci noi di certe antiquate o straniere costumanze : verrà giorno che si riderà pur delle nostre, e che si parlerà di noi, come parliamo ora, che so io? del secolo di Dante ; poiché anche noi, il secolo dei lumi, 0 meglio il secolo del vapore, diverremo gli avi, gli antenati di qualcheduno, e questi ristretti giustacuori, queste cappelline a pane di zucchero, 1 confortables e via via, desteranno forse le risa de’nostri nepoti, come ora si ride alle incipriate parrucche degli avi, ed alle code, buona memoria. E crediamo noi che si riderà meno di certi nostri gusti ? Ecco per esempio m’ immagino che coin’ altri descrissero già la peste, la fame e i Lanzichenecchi di Milano, il castello di Trez-zo, le monache di Monza, uno scrittore di ro- (*) Gazzetta del 4 marzo 1833.