LA FESTA DELLA PESCA 277 comune. E un tributo che il lago manda due volte all’anno agli abitanti della montagna. Annunziata l’apertura della pesca, la gente si recava sulla riva innalzando al cielo delle pre- ghiere perchè fosse abbondante. I Pope, dalla forma delle nubi, dalla direzione del vento, trae- vano gli auspici, favorevoli soprattutto quando il vento veniva da levante. Quindi benedicevano le rive del lago e le reti che venivano distese at- traverso la Rieka. Disposta ogni cosa, si facevano nuove preghiere e gli organizzatori della pesca rimontavano il fiume gettando nell’ acqua una quantità di avanzi di cibi, specialmente dolciumi di cui i pesci sono assai ghiotti. I pesci, gettan- dosi con avidità su questo cibo ingannatrice, venivano a fior d’acqua; allora migliaia d’uc- celli piombavano su di loro e i pesci, per sfuggire ai loro nemici dell’ aria, cadevano nelle reti tese dall’ uomo. Quando la quantità del pesce presa era giudicata sufficiente, si sospendeva la pesca, per procedere immediatamente alle operazioni di salatura. La stessa manovra veniva ripetuta ogni ora per quindici o venti giorni, fino a che i pesci cominciavano a diminuire rientrando nel lago per ridiscendere al mare, lungo il corso della Boiana. Ma non è solo la pesca che è abbondante in alcune regioni del Montenegro, le cui trote hanno una riputazione mondiale e un sapore gustosis-