300 leanza con inviolabile fede. » Poi soggiunse che per meglio assicurar il proprio regno e poter quindi più di proposito attendere alle cose d’Italia, avea fatto pace coll’ arciduca Carlo signore dei Paesi Bassi; cercherebbe egualmente di rinnovare 1’ alleanza coll’ Inghilterra invitando gli ambasciatori a volerlo in ciò coadiuvare, nè si mostrerebbe restìo dal consentire alla tregua che il re di Spagna proponeva. Difatti il trattato coll’ Inghilterra fa sottoscritto il 5 aprile (1) comprendendovi altresì i Veneziani (2), ma colla Spagna non potè convenirsi del rinnovamento della tregua, volendo essa che fossevi incluso il Milanese, nè tampoco si potè venire a componimento coll’ imperatore nè cogli Svizzeri. Tenevasi il papa irresoluto ; laonde scriveva il Senato al suo oratore a Roma adoprasse tutto il suo ingegno a muovere il Pontefice a dichiararsi in favore di Francia, la qual cosa quando fosse per indubbii segni manifesta, ba-terebbe da sè sola senza sparger goccia di sangue ad assicurare l’Italia (3). Ma furono vani sforzi ; che anzi, cedendo alle insinuazioni della parte contraria, vietava ai suoi sudditi di accettar soldo dai Veneziani (4), e finì coll’ entrare nella lega imperiale la quale gli prometteva le agognate Parma e Piacenza. Quindi la Francia armava e la Repubblica, che dal canto suo faceva ogni maggior possibile apparecchio, sollecitavaìa a togliere ogni indugio. Anche Genova, prossima ad essere venduta al duca di Milano, favoreggiava segretamente i Francesi. E già questi si presentavano a piedi delle Alpi, ove però trovavano chiusi i passi del Monginevra dagli Svizzeri, cui non isperava-no di forzare, appostati com’ erano in quelle strette gole. (1) Rymev, Acta publica t. XIII, p. 473 e seguenti. (2) Commemoriali XX, lettera d'Enrico VIII alla Repubblica 24 giugno 1515, pag. 19. (3) 22 giugno Secreta, XLVI, 123. (4) Paruta Libro UT.