384 sato tra il popolo, non fu da questo applaudito, anzi mor-moravasi um um, 'Pruni, Trum (1), accennando ad Antonio Tron o Trum che avea il suffragio popolare. Cercò conciliarsi gli animi, mostrando modestia, quando la nipote, moglie a Giovanni Pisani, venne a congratularsi in vestina d’oro, ed egli ordinò dovesse spogliarsene, come contraria alla legge, e col far atto di generosità, volendo che certa sua farina che avea in fondaco fosse venduta a prezzo molto più basso al popolo (2). La promissione sempre più restringendo il potere del doge, vietava che i magistrati eletti andassero più quind’innanzi a ringraziare il principe, nè le spese a complimentarlo: non avesse cariche ecclesiastiche nella famiglia, non si mettesse in alcun luogo fuor di palazzo il suo stemma e le sue iniziali (3). Sebbene il primo atto politico del suo governo fosse la pace segnata coll’imperatore e coll’arciduca Ferdinando il 29 luglio 1B23 brevissimo tempo passava e nuovo rumor d’armi obbligava Venezia a militari provvedimenti e l’avvol-gea di nuovo in quella intricatissima politica tra Francia e Germania. Imperciocché Francesco I lungi dal lasciarsi rompere i suoi disegni dall’abbandono in cui vedeva cadute le cose sue in Italia, fin dall’ agosto pubblicava una nuova spedizione colà, che pensava anzi condurre in persona, nè fu questa ritardata, se non dalla scoperta intanto avvenuta d’ una grande cospirazione, per parte d’ uno de’ più stretti principi del sangue. Tra i capitani del re più distinti per valore era il contestabile Carlo di Borbone: la madre del re Luisa di Savoja, presa per lui d’ardentissimo amore, avealo fatto richiamare dal governo di Milano alla fine del 1516 per averlo vicino: egli sdegnando i sentimenti d’ una (1) Sanuto XXXIV, 123. (2) Ib.,p. 142. (3) Ib., 127 e seg.