101 anni, in conseguenza de’ suoi disordini e delle sue stranezze onde non avea voluto prestar orecchio a’ medici, che già da qualche giorno gli avevano suggerito un purgativo (1). Da qualche mese erasi scorto qualche miglioramento nella sua condotta e nel suo animo, che cominciava ad occuparsi di cose più serie, miglioramento derivante forse dalla salute sua sempre più indebolita (2), e la sua morte lasciò vivo compianto nella sua casa, perchè in fondo era buono e facevasi amare. Appena morto Carlo, Lodovico il Moro cominciò a spiegare apertamente di voler favorire i Fiorentini, negò agli stradioti veneziani il passaggio per Pisa (3), infine fece intimare a Venezia dovesse ritirarsi da qualunque ingerenza nelle cose di quella città. La cosa parve nuova al Senato e gli fu scritto lettera forte e minacciosa (4) e ben vedendosi che ne sarebbe seguita rottura, la Repubblica . oltre ■ allo Stella suo secretano in Savoja, già incaricato di recare le congratulazioni al nuovo re di Francia, fece nomina formale di tre ambasciatori Girolamo Zorzi, Nicolò Michiel e Antonio Loredan con commissione (5) che passando da Milano dovessero colorire la loro missione come di semplice officiosità verso del re ; se il duca toccasse di Pisa, do-veano di nuovo assicurarlo continuare sempre la Repubblica nello stesso pensiero di volerla liberare come vi si era impegnata, e la medesima cosa dicessero al marchese di Monferrato e al Trivulzio. Giunti però in Francia e procuratisi un segreto colloquio col re, gli facessero conoscere essere intenzione della Repubblica di restar sempre unita con (1) Comines, L. Vili, o. 25. (2) Henry Martin, Histoire de France. (3) 18 Aprile Secreta, p. 10. (4) Sanudo Diarii t. I, parte 2, p. 71. (5) Secreta 25 giugno 1498 e 10 luglio.