2 56 le nuvole, ed or si mostra, or si nasconde. Con bell’ artifizio il rio sottoposto riflette quel placido raggio, e il riflesso dispare al disparire del-1’ astro. La scena è degna d’ esser veduta e fa grand’ onore al giovine Bertoia. Quanto poi alla musicale esecuzione , ci aggiriamo, trattine i cori, in una continua sfera di mediocrità. A quest’ attore la parte è troppo alta ed ei l’assunse di malavoglia; l’altro è ricco di molta agilità, ma a lui convien perdonare una voce offuscata, e certe aperture, certi squarciamenti di pronunzia e di bocca, cbe alterano fin la parola; quegli eseguisce se si vuole appuntino ogni nota, ogni accidente fin all’ultima semifusa, e al ritornello vi farà anche sue variazioni ed aggiunte, che poi non produrrà alcun effetto per quella continua freddezza di sentire e d' azione; in somma la somma del male eguaglia quella del bene, e ne risulta, come dicemmo, un mediocrissimo tutto. Il solo Orlandi, si creda o non si creda, cantò la famosa cabaletta Sempre così felici in modo da appagare anche certi orecchi difficili e incontentabili. Al Teatro di s. Samuele si volle cantare la Straniera di Bellini. Chi 1’ avrebbe creduto ? La prima sera, lunedì, non v’ era da comperare uua loggia, uno scanno; beato chi poteva far capolino alla porta della platea! noi non fumino