Capitolo Decimo. Spedizione dei Turchi in Ungheria. — Umili ambasciate dei Veneziani, del principe di Transilvania e dell’arciduca Ferdinando al Sultano. — Orgogliose parole del granvesir Ibrahim e di Sulei-mano. — Campagna dei Turchi in Austria e loro ritirata da Vienna. — La Repubblica sollecita la pace eoli’imperatore e col papa. — Ambasciata di Gaspare Contarini a Carlo V. — Discussione in Senato. — Colloquio del Contarini coll’imperatore. — Ingresso di Carlo V in Bologna. — Trattato di pace e confederazione tra il papa e la Repubblica. — Pace di Bologna, funesta alla repubblica di Firenze. — Firenze assalita dagl’ imperiali. — Bella difesa della città. — Valore di Francesco Ferruccio ; sua morte. — Fine della repubblica di Firenze. — Tutta l’Italia in balìa di Carlo V. 1626. Uopo la conquista che i Turchi aveano fatto di Belgrado, 1’ Ungheria e la Croazia erano rimaste sempre aperte alle loro correrie, ma nel 1526 Suleimano v’ intraprese una formidabile spedizione, opportunamente profittando delle guerre di Carlo Y e Francesco I, delle confusioni d’Italia, degl’imbarazzi della veneziana Repubblica. In rapide marcio giungeva il sultano sotto Mohacs, ove il 28 agosto fu combattuta aspra battaglia colla peggio degli Ungheresi, invano opponenti un prodigioso valore alle innumerabili schiere ottomane. Re Luigi II vi perdette la vita, i prigionieri furono trucidati, tutto un giorno e una notte andava grosso il Danubio dei cadaveri di quelli che nella fuga erano stati costretti dalla disperazione a cercare salvezza col gettarsi nel fiume. La stessa capitale Buda venne nelle mani del vincitore, il quale intraprese poi il ritorno attraversando il paese a ferro e a fuoco, caricando numerosi na-