181 sentì non poco dispiacere di tale risposta e più se ne mostravano irritati i principi, i quali andavano dicendo esser d’ uopo fiaccare 1’ orgoglio veneziano ; e si accordarono di accompagnare 1’ imperatore alla sua incoronazione e ricuperazione degli Stati imperiali in Italia. Tuttavia Massimiliano concedevale un mese di tempo, passato il quale minacciavaie di unirsi ai Francesi a sua ruina (1). Il Papa, spaventato a principio della venuta di Massimiliano, avea scritto a Venezia domandando consiglio ed a-veane avuto in risposta dovesse anch’ egli adoperarsi a persuaderlo a venire pacificamente (2) ; ora però mandavagli il cardinale di santa Croce che fu coll’ imperatore in istretti colloqui, e dubitavasi si trattasse di muovere contro Francia e contro la Repubblica, ottenendo il papa la promessa della restituzione 'di Rimini e Faenza (3). Raddoppiava quindi la Repubblica di vigilanza, fortificava e ben muniva il Friuli facendo nello stesso tempo rappresentare a Massimiliano che ciò non facevasi contro di lui, ma solo a tutela dei confini (4) nelle confusioni presenti ; ringraziavasi dell’ invito da lui fatto al doge di recarsi a Trento, scusandosi colla sua grave età che tal viaggio e in quella stagione non gli concedeva (5), ma che se venisse pacìficamente gli si manderebbero incontro ragguardevoli senatori per onorarlo. Insistendo l’imperatore nelle sue domande, così parlava 1508. il doge al suo ambasciatore Leonardo Rinaldis : « Riputiamo al tutto superfluo replicarvi quello che molte volte abbiamo detto e a voi e a molti altri oratori cesarei del-l’ottimo ed osservantissimo animo nostro verso quella (1) Dispacci di Vincenzo Querini alla Marciana. (2) 27 agosto Secreta XLI, p. 40. (3) 19 sett. 1507, Sanuto VII. (4) 19 ott., Secreta XLI, 47. (5) Ibid., nlt. gen. 1508, p. 64.