/> 124 voro e gli Abruzzi al re di Francia : le provincie di Puglia e di Calabria alla Spagna col titolo di ducato. Cosi ogni cosa ben fermata e stabilita e datane comunicazione segreta alla Repubblica, aggiungendo il re esser pronto a muovere all’ impresa colle sue genti di terra e coll’ armata già preparata contro il Turco, rispondeva il Senato ringraziando, sperava che Sua Maestà avrebbe ben ponderato il tutto, onde non ne tornasse danno alla Cristianità ; che del resto la Repubblica godrebbe sinceramente di ogni sua ventura per quella stretta ed indissolubile amicizia che i due Stati congiungeva (1). A tanta burrasca che gli si addensava sul capo scosso re Federigo tentava, ma invano, tirare in una lega con lui e col re dei Romani i Veneziani (2), i quali anzi incaricavano il loro oratore a Napoli di far conoscere a quel re la benevolenza della Repubblica, ma che ricerchi dal Cristianissimo non potevano rifiutarsi di richiamare 1’ ambasciatore in patria, del qual fatto speravano non sarebbe S. M. ad aversene a male. Tuttavia quell’ accordo di Francia coll’ imperatore non passava affatto senza qualche sospetto della Signoria, il cui ambasciatore a Massimiliano, Francesco Cappello, scrive-vale (3) da Bolzano il 23 ottobre 1501 dubitar forte che nei frequenti e segreti colloqui dell’imperatore col cardinale di Roano si trattasse di qualche cosa più, oltre che dell’investitura del ducato di Milano e della spedizione contro i Turchi, alla quale Venezia non lasciava di eccitare, e che a vero dire Massimiliano pareva più disposto a muover guerra contro alla Repubblica che all’ Ottomano. Carlo G-iuffrè, ambasciatore francese a quella corte, avvisava il (1) Secreta 17 aprile 1501. (2) Ibid., 7 maggio. (3) Dispacci Cod. DCCCCXC alla Marciana.