296 dovo di Anna di Bretagna, il 9 di gennaio del 1514 avea novellamente contratte con Maria sorella d’Enrico d’Inghilterra, rendere le più efficaci grazie che l’uno e l’altro avessero in quel trattato nominati come aderenti ed inclusi i Veneziani ; poi affermassero al re Cristianissimo non essere mai venuta meno verso di lui 1’ osservanza della loro Repubblica sempre pronta ad accrescere le forze della lega e a rinnovare la guerra, quando a lui piacesse mandar nuove genti in Italia, al che anzi lo confortavano e con ogni più opportuno modo sollecitavano. I quali uffici pur far dovevano col re d’Inghilterra. Queste dimostrazioni d’ amicizia a Francia spiacevano al papa che non cessava dall’ adoperarsi per la pace, ma troppo chiaramente mostrando inclinare a favorire l’imperatore. Il possesso di Vicenza e Verona formava ancora 1’ ostacolo principale ad ogni accordo, e a Pietro Bembo secretario di Sua Santità e da questa mandato a Venezia per consigliare la Repubblica ad aderire piuttosto ali’ Impero e a Spagna e cacciare dall’ Italia i Francesi, rispondeva il Senato il 14 dicembre 1515 (1) : R.do D. Orator. Noi udimmo attentamente l’esposizione fattane per V. S. in nome della Santità di Nostro Signore. Quando la fu a questi prossimi dì alla presenza nostra, e come allora le dicemmo, può esser certa V. S. che persona alcuna non potria esser stata da noi veduta più gratamente rispetto alla Santità di Nostro Signore del qual non possiamo essere più devotissimi e per causa di lei medesima che oltra la sii dilettissimo gentiluomo nostro etiam per le rarissime doti dell’ animo suo 1’ amiamo ed estimiamo grandemente. E benché allora le dicessimo succintamente quanto ne (1) Secreta. — E questa la risposta che il Sanuto (XIX, p. 206 seguenti) prometteva di notare, ma poi non riferì. Vedi anche annotazioni al Barbaro di E. Cicogna nella Cronaca Malipiero, p. 1105.