469 una lega a mutua difensione degli Stati. L’ oratore rispose : « Sire ! quando questo che dice Vostra Maestà si facesse, saria un principio di guerra, il che è contrario alla sua intenzione di desiderare sommamente la pace ; conciossiachè a chi volesse dare lo Stato di Milano ad Alessandro de’ Medici, innanzi che ne fosse posto in possesso, bisognerebbe cacciare da quello il duca Francesco, e così nel principio della pace si cominceria dalla guerra e alla pace non si verria se non tardi, il che è diametralmente contrario a quello eh’ ella desidera. Vostra Maestà dice che vuol pace e pace presta ; questa opinione la conduce alla guerra subito e ritarda la pace, alla quale io non vedo migliore e più spedito mezzo che se la Maestà Vostra lascia in istato il duca Francesco, e perciò la consiglio riverentemente che gli conceda di venire alla sua presenza e di dire liberamente le sue ragioni. Se queste saranno tali che meritino giustizia, tanta ne troverà in V. M. quanta sia stata mai in alcun altro imperatore e principe: se saranno degne di compassione e misericordia, è da credere che V. M. non gliene sarà scarsa, come si può sperare dalle altre sue operazioni verso quelli che hanno peccato verso di lei : cosa veramente divina e più degna di sè che di alcun altro che viva, essendo imperatore de’ Cristiani; per la quale la si fa conforme a Dio più che per niun’ altra azione ; imperciocché non è virtù per la quale gli uomini più si assomiglino a Dio onnipotente che per la clemenza, per la pietà e misericordia verso di tutti e principalmente verso di quelli che sono nemici, e dai quali si ha ricevuto qualche notabile offesa. Questa è quella che ha fatto celebre il nome dei di lei predecessori : questa innalzò Giulio Cesare al cielo, conciossa-chè tutte le altre operazioni sue, sebben rare e maravigli o-se, son riputate da’ savii men degne e men chiare della benignità e della clemenza con le quali volle proseguire