16 formale annunzio della lega conchiusa col papa e con Venezia riserbandovi luogo a S. M. come protettore. Collo stesso pensiero di rafforzare la sua parte recavasi colla moglie Beatrice a visitare il suocero Ercole di Ferrara (1) e questi infatti domandava d’essere ammesso nella lega (2) e vi era accettato. Nè erano soltanto le cose di Napoli che tenessero allora inquieto Lodovico ; altra e più grave burrasca sembrava addensarsi dalla parte di Francia. Carlo Vili, eccitato specialmente dai fuorusciti napoletani alla sua corte, tra i quali il più ardente in questa bisogna era il principe di Salerno, s’era formato cavalleresche idee di conquiste e di gloria e già sognando Italia, Costantinopoli, Terra santa, attendeva a comperarsi con grandi sagrifizii la pace de’ suoi vicini pagando grossa somma agl’ Inglesi (3), cedendo il Rossiglione alla Spagna, l’Artois e la Franca Contea a Massimiliano re dei Romani per poter volgere tutte le sue forze al compimento de’ suoi grandi desiderii. Avea tentato di stringere una lega a parte colla Repubblica, la quale se n’ era schermita dicendo che siccome già sussisteva tra loro buona amicizia, non abbisognavano nuove dimostrazioni della sua ottima volontà (4). Da Lodovico otteneva buone parole (5), sconsigliavanlo i suoi migliori capitani, ma egli fermo nel suo pensiero e vantando i suoi Sfritti sul regno di Napoli, pareva ogni dì più infervorarsi nel voler ridurre ad atto l’impresa. (1) E curioso come il cronista Grumello la cui opera venne teste pubblicata dal prof. Miiller (Milano 1856) attribuisca al duca di Ferrara la chiamata di Carlo Vili. Tanto erano varie ed incerte le opinioni anche tra i contemporanei ! (2) 20 maggio Comm. XVII, pag. 161. (3) 3 novembre 1492. (4) 15 novembre 1492. Secreta. (5) 8 aprile, sua lettera in nome del duca Galeazzo, all’ archivio di san Fedele.