non ci lasciasse, che o di starcene disarmati alla discrezione sua, o d’ incontrar la sua nemicizia. c In somma, concludeva il Pesaro, a me pare che lo starcene disarmati in mezzo a così rabbioso moto, non sia nè sicuro, nè onorato, che l’armarsi sia senza sospetto e necessariamente richiesto dall’ onore e dalla salute nostra, poiché i consigli onorati son sempre i più sicuri, e la riputazione è gran parte della forza (1). Ma opponeva 1’ altro Savio, Zaccaria Valaresso, con eletta e ben ornata orazione (2) : essere mal fondati i timori, troppo avanzata la stagione per credere che i Francesi male armati e bisognosi di tutto potessero valicare le Alpi in mezzo alle nevi ed al rigore dell’ invernale stagione, superare le resistenze del re di Sardegna, assistito dagli Austriaci ; avrebbero intanto cambiato le cose in Francia, stretta com’ erg da nemici, agitata, sconvolta nel-1’ interno da nn governo popolare, impossibile non che in un paese grande, ma neppure in un piccolo ; che imminente dovea essere una reazione, e per questa una guerra civile che distrar doveva da ogni pensiero d’invasione al di fuori ; sarebbe quindi inutile, gettata ogni spesa, la quale tutta dovrebbe cadore a carico dei sudditi, mentre era esausto l’erario per le spese fatte nelle precedenti neutralità, pei replicati contagi in Dalmazia, per le riparazioni dei fiumi, per la recente spedizione costosissima di Barbaria. Coll’ armarsi non sarebbesi fatto che accrescere il desiderio di ciascuna delle potenze belligeranti di aver la Repubblica a compagna, che porgere ai sudditi 1’ opportunità di entrare facilmente in zuffa e rompere la professata neutralità ; che troppo infelice sa- (l)Botta, Storia cT Italia L. III. (2) Memoria che può servire alla Storia politica degli idtimi otto anni. Londra 1798.