229 zione quasi un lazzaretto, a cui nessuno osava avvicinarsi sì grande essendo il terrore sparso perfino tra quelli che prima vi aveano innocenti relazioni ; della circolazione d’un infame libello contro la legazione, cui il Governo, che dovea senza dubbio esserne istrutto, non poneva riparo, le quali cose continuando di questo passo, la Legazione sarebbe costretta a partirsene. Domandava dunque reintegrazione, domandava che il Governo' si spiegasse chiaramente e nettamente intorno alla neutralità che pretendeva mantenere e al trattamento che pensava usare verso la Legazione stessa, la quale altrimenti avrebbe lasciato Venezia. Violento scritto era questo, nel quale gran parte di vero era mescolato altresì col falso, coli’ esagerato, e al quale il Governo, come al solito, si studiò di rispondere alla meglio protestando dell’ immutabilità de’ suoi sentimenti, e soggiungendo (per opinione di Angelo Quirini, Pietro Pesaro e cav. Pietro Donà) dovere i forestieri vivere tranquilli e subordinati alle leggi dei paesi nei quali trasferivano la loro dimora ; il compilatore della gazzetta, e 1’ autore del libello quando fosse scoperto, sarebbero debitamente puniti, com’ erasi punito il tenente che avea ari’estato senza motivo il pittore Girodet (1). Raddoppiavano quindi gl’ Inquisitori la loro operosità per invigilare sui forestieri che affluivano a Venezia (2), e frequenti erano le notizie che ricevevano dai veneti ministri alle Corti straniere sugli avvenimenti della Francia e sulle condizioni degli eserciti alleati. Era in (1) 20 e 30 Agosto Esposizioni Principi. (2) 11 e 30 Agosto 1794 Comunicaie Consiglio X ai Savi e per esteso usila Raccolta c.ronol., pag. 36, 37. — Rapporto del capitan grande Cristofoli 17 luglio 1793, (nelle Partì Beerete Consiglio X).