246 1’ ottima corrispondenza che felicemente sussiste tra li due governi ». Fu comunicata la presa deliberazione alle varie Corti, giustificandola con dire non essersi introdotto nulla di nuovo nelle relazioni colla Francia, giacché nell’ esistenza, che si era fino allora verificata, d’ un ambasciatore in congedo, non s’ era inteso, nè potevasi intendere una sospensione delle relazioni diplomatiche sempre mantenute tra la Repubblica ed il Governo francese (1). Tuttavia la partenza del Quirini veniva per varie e-mergenze ritardata (2), poi mise molto tempo nel viaggio sicché non arrivò a Parigi che il 25 luglio. Molto benevolmente accolto e festeggiato, si presentava il 30 all’ Assemblea. Era allora presidente il cittadino Reveil-lère Lepeaux. La sala ove discutevansi i destini non che della Francia, di tutta Europa, presentava 1’ aspetto della massima semplicità, i membri dell’ Assemblea sedevano su rozze panchette, un seggiolone era posto di faccia pel presidente, parlavano al posto seduti, ed egli egualmente seduto, rispondeva. Nessun ceremoniale di solenne ricevimento, nessun uso di titoli ; il Quirini, eccitato a parlare, diceva. « Cittadini rappresentanti. Il cittadino d’ una Repubblica, la cui libertà fu fondata sino dal suo nascere, sono già più di undici secoli, dalla necessità di fuggire dai barbari, e dal modesto desiderio di viver tranquilla, trova ben motivo di essere profondamente penetrato della fiducia di cui la sua patria 1’ onora, destinandolo in qua- (1) Corti 7 marzo 1795. (2) Appena il 7 maggio comunicavasi al Lallement l’imminente partenza del Querini. Carteggi del segretario degl’ Inquisitori (Fontana) coll’ abate Cataneo. Miscel'anea busta LIX, all’ Archivio. Sembra che il suo partire venisse a bella posta ritardato nell’ espetta-zione degli eventi,