499 visite quasi continue del curato tedesco, al cui proposito 1’ ammalato nel vederlo apparire, meco si doleva dicendo quel homme pésant ! il faut puurtant dans l’ endroit oà ja suis que je le souf-fre. Fra queste visite venne ancora un abate da me non conosciuto da principio, ma cui vedeva i soldati dimostrare gran rispetto. Io 1’ incontrai nella prima stanza dove egli mi disse che per parte del segretario di stato voleva far noto all’ ammalato che le carte, senza che si fosse toccato ai sigilli, erano state consegnate al ministro di Spagna e che il segretario di stato comandava che l’ammalato fosse ben servito. Introdussi 1’ abate al letto dove feci da interprete, sebbene l’unica risposta del cittadino Bassvile fu che ringraziava tutti. Seppi poi dal curato che pur era presente, esser questo il vice-reggente di Roma. Pregatomi quindi il cittadino Bassville di non più introdurgli abati, mi dimandò se io credeva dover egli differire il testamento, al che soggiunsi che mi pareva miglior partito il togliersi questo pensiero, e che poteva il curato essergli a proposito. Fatto il testamento sulle prime ore pomeridiane, l’ammalato andò sempre peggiorando a segno che verso la notte, adonta de’ soccorsi che momentaneamente giovavano, il vomito manifestò colla sua qualità la formata gangrena e i formicanti quasi estinti polsi annunziarono l’imminente morte, la quale seguì circa le ore sette di Francia. Roma a’ dì 15 gennajo 1793. Giuseppe Busson.