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quello che esce per 1’ acquisto de’ generi forastieri d’ ogni qualità. Quando questo bilancio fosse formato da persone intelligenti, esatte e sincere, riuscirebbe assai vantaggioso, e potrebbe essere di fondamento a molte utili deliberazioni.
    Sarebbe questa, è vero, un’ impresa molto ardua e difficile di riuscita, nonostante si vede egli in qualche modo posto in pratica anche da altre coltissime nazioni. Prima però di stabilirne la massima, Vostra Serenità potrebbe commettere a chi Ella credesse conveniente di studiarne i modi, e dar una qualche idea generica preventiva di simile impresa, perchè a misura di quello che fosse rappresentato, ella possa determinarsi.
    E vero che l’Eccellentissimo Senato col Decreto 31 maggio 1760 ha ordinato nuovi bilanci differenti da quelli che si facevano prima dell’ anno predetto ; ma tutti essi bilancii sino ad ora commessi, sebbene con ottimi oggetti, e che saranno già stati presentati al Magistrato eccellentissimo de’ Cinque Savii, tutti sono però di tal natura, che riferiscono la summa delle merci entrate ed uscite dalla città di Venezia per le quattro mercantili dogane, senza comprender quelle entrate per il dazio . . . ., e per altre vie.
    Un bilancio fatto in tal modo è molto difettivo.
    Primieramente nel medesimo non è per niente compreso quello che separatamente entra per tante strade illegali ed abusive nella Terraferma, e quello che esce dalla medesima per esteri Stati confinanti, sia in prodotti, sia in manifatture, come sono (per dir delle principali) le ferra-rezze del Bresciano, i refi del Salodiano, li grani, i vini che passano nel Friuli austriaco, e tante altre cose ; e poi nel suddetto bilancio vengono comprese in complesso tanto le merci che fanno entrar il dinaro nello Stato, quanto quelle che lo fanno uscire.
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