395 La condizione dei Francesi in Italia, non ostante le riportate vittorie, non era molto rassicurante, e informazioni giungevano dal residente a Torino, Alvise Queri-ni (1), ed altre da Brescia (‘2), essere soltanto apparenti e di assai poco rilievo i tanti magnificati rinforzi che loro giungevano (3) ; avere gran numero di ammalati, vuote le casse, sempre maggiore il debito, nemiche le popolazioni ; essersi formato in Piemonte Un corpo detto dei Barbetti, che trucidava quanti Francesi poteva cogliere ; consumarsi le truppe sotto le mura di Mantova ; dover grandemente peggiorare la loro condizione, quando col-1’ apparir dell’ inverno fossero rimaste tronche, o assai difficili le comunicazioni colla Francia. Sarebbe stato dunque in quel momento, non vi ha dubbio, di grande vantaggio 1’ alleanza della Repubblica, e perciò il Lallement, pochi giorni dopo la conferenza avuta col Pesaro, riceveva ordine espresso e perentorio di presentare al Senato un’ ultima memoria sull’ argomento. Diceva in essa (4) : « Il governo di Venezia conosce la sua posizione attuale relativamente alla casa d’ Austria, che circonda i suoi Stati. Esso non ignora le pretese, che spesso quella ha manifestate sulla più bella porzione dei suoi dominii, ed è troppo giusto e troppo illuminato per non convenire, che deve l’integrità delle sue provincie alla costante amicizia della Francia. Esso è egualmente istrutto de’ progetti ambiziosi della Russia sulla Turchia Europea, ed è ben convinto, che se quelli potessero effettuarsi, tutte le isole venete seguirebbero immediatamente la sorte delle provincie ottomane che le son vicine. (1) 21 Sett. 1796, -Raccolta cronol., pag. 194. Ì2) Deliberazioni Senato Terraferma milit. N. 30 sett. 27. (3) Tutto va in rovina in Italia, si dissipa il prestigio delle nostre forze; ci contano. Lett. di Bonaparteal Direttorio, Dani XI, 240. (4) Raccolta p. 196, ed Esposizioni Principi Filza 179, sett. 28.