112 Tutti conoscono questa verità che 1’ oro e 1’ argento coniato è la sola spezie commutabile con qualunque cosa del mondo ; sicché 1’ abbondanza o la scarsezza della medesima forma il grado della ricchezza o della povertà di una nazione. Ogni volta che lo Stato è obbligato ad acquistar le cose altrui a dinaro contante, egli fa un’ assoluta perdita, e tanto maggiore se questo dinaro esce per alimentare il vano lusso degli uomini, particolarmente di quelli che non lo possono sostenere. Nel nostro Stato non vi sono miniere d’ oro e d’ argento ; ve ne sono di ferro, di rame, di vetriolo, e se ve n’ è qualche altra, resta sepolta nelle viscere della terra. Che se si esaminano poi le tante fonti per le quali esce il denaro dallo Stato e particolarmente gli esteri prodotti, di cui abbiamo o vogliamo avere bisogno, e le manifatture estere, le quali sembra che entrino col pagamento del dazio, ma che per la maggior parte s’introducono di contrabbando, non compresivi tanti generi proibiti, pare che tutto concorra a far che tra noi, e particolarmente nella Terraferma, la spezie del dinaro, invece di accrescere si diminuisca. Lo che quando succedesse, la nazione certamente andrebbe disponendosi alla rovina, e saressimo un giorno forse costretti di ricorrere a quegli espedienti posti in opera da tante nazioni d’ Europa, le quali sostituiscono la moneta fittizia della carta o del rame alla reale che non hanno. Per evitare tutti questi inconvenienti, e conoscere il vero stato, in cui su questo articolo ci troviamo, sarebbe desiderabile che vi fosse un bilancio economico com-mercievole, il quale per via di approssimazione desse a conoscere il dinaro eh’ entra nello Stato per le vendite dei prodotti e nazionali manifatture, al confronto di