362 vi il generale Guyeux chiuso con un solo battaglione in un edilìzio, dal quale si difendeva con prodigioso valore, era riuscito parimenti nella sua intrapresa, ed avea respinto gli Austriaci, togliendo loro due bandiere e due cannoni, oltre a molti prigionieri. Insieme con Salò avea-no i Francesi ricuperato Montechiaro. Wurmser era entrato lo stesso giorno 31 luglio in Mantova, accolto con acclamazioni di giubilo, poi uscitone il domani, andava ad appostarsi sul Mincio per formare il blocco di Peschiera. Ma uditi i fatti di Salò, di Lonato e di Brescia, riconobbe la necessità di approssimarsi al generale Quosdanovich, il quale per non perdere la sua comunicazione con Riva erasi ripiegato su Gavardo. Marciò quindi alla volta di Goito, e spinse la sua avanguardia su Castiglione, ove stanziava il generale francese Valette con mille ottocento uomini, che avea ordine di difendersi fino agli estremi, per ritardare più che fosse possibile la marcia del Wurmser. Ma Valette non tenne fermo, e al-1’ avanzarsi delle genti austriache sgomberava da Castiglione ritirandosi a Montechiaro, cosa che sconcertava non poco i disegni di Bonaparte. Il quale già comunicava ad Augerau il suo divisamente di ritirarsi sul Po, quando quel bravo generale ne lo dissuase, assicurandolo che potrebbe fare qualunque assegnamento sulle sue truppe. Allora mandato Guyeux a riprendere Salò, rioccupato dagli Austriaci, Bonaparte disponevasi ad investire lo stesso Wurmser. « La prima aurora del giorno 3 corrente (informava 1’ ignoto relatore veneto) diede luogo ad una sanguinosa battaglia, che durò fino a sera. L’ armata austriaca era col centro a Castiglione delle Stiviere, con la sinistra verso Borghetto, in ordine obliquo, e con la desti a tra Solferino e Capriaua. L’ attacco maggiore fu al centro