279 sentatosi al conte di Lilla, il quale avea già avuto qualche sentore di quanto si preparava, disse (1) che molto invero spiaceva alla Repubblica la necessità a cui era condotta, ma che essendosi egli dipartito da quella moderazione osservata sì laudabilmente nei primi tempi, non poteva di presente esentarsi dal pregarlo di volersi allontanare dai veneti Stati. Rispose il conte : dite al vostro principe che la forza può farmi partire, ma che prima esigo due condizioni. La prima che mi sia spedito quel libro d’ oro su cui sta scritta la mia famiglia, perchè la possa scancellare di mio pugno ; la seconda che mi sia rimandata 1’ armatura che il mio avo Enrico IV donò alla Repubblica. Quanto a voi, signor marchese, ho di voi molta stima, e vi conosco (2). Riferita la risposta al podestà Prudi, questi incaricò il medesimo Carlotti (3) di recarsi nuovamente al conte, e protestare in nome del (ioverno contro le parole da lui espresse, nè in corrispondenza, nè ammissibili colla qualità della significazione che gli era stata fatta il di innanzi, e degli ordini eh’ esso Carlotti avea ricevuti. Il conte rispose che non riceveva proteste nè dal sig. Podestà nè dal Senato, che confermava quanto avea detto ieri, e che v’ insisterebbe finché avesse vita, perchè non poteva dimenticare di essere re di Francia. Superbo linguaggio era questo, e mal a proposito adoperato verso una Repubblica che per tanto tempo a- mia agraria a Verona nel 1769. Incaricato della delicata missione verso il conte di Lilla, seppe tuttavia conservarsene la grazia, onde quando quegli divenne re di Francia, col nome di Luigi XVIII, ne fu fatto cavaliere. Vedi l’opuscolo di Andrea Cittadella Vigodarzere : Il marchese Alessandro Carlotti, per le nozze Marcello-Zon. (1) Rapporto 27 aprile Parti segrete Cons. X. (2) Processo verbale 11 aprile 1796. Parti segrete Cons. X. Lettera Carlotti 14 aprile. (3) Lettera 15 detto.