290 fu il conoscere chiaramente essere in questa città, e forse anche in alcune più popolate terre del distretto, predominante ed osservabilmente diffuso un certo genio d’ indipendenza e di propensione alla novità, il quale però, co-mechè non accompagnato da verun fatto, che interessar potesse le gelosie del governo, e contenendosi i male intenzionati in limiti di moderazione, io mi sono contentato di procedere con prudenti misure, di modo che il male non si estendesse più oltre »... Ma dopo le vittorie francesi sugli Austro-Sardi crebbe 1’ entusiasmo, d’ altro più non si parlava, gli animi sempre più si accendevano, e 1’ Ottolini scriveva ancora : « Non si limitano i discorsi a sole dispute d’ opinione. Uno spiegato genio di libertà, con somma imprudenza portato quasi in trionfo da alcuni pochi, ma con esterni non equivoci segni secondato da molti, accresce il disordine. Giunge a tal segno la temerità di certuni, che osano d’ insultare perfino con indegne espressioni quell’ augusto Governo sotto cui vivono, la santità delle sue leggi, ed il luminoso carattere di chi n’ è alla custodia .... La materia è troppo bene disposta, una scintilla potrebbe bastare a suscitare un incendio totale. Pochi sono quelli che tranquilli riposino al-F ombra delle saggio presenti pubbliche direzioni. Trepidano i più buoni, e modestamente si querelano del così da essi creduto abbandono alle temute eventualità ; e lo esagerano poi ed apertamente disapprovano i meno prudenti e più apprensivi. I malvagi poi traggono anche da ciò argomento di screditare il pubblico nome e renderlo ingrato, benché nel loro cuore ne esultino, e fondino anche in ciò la speranza di desiderate novità ». Intanto nella ruina delle cose in Lombardia, vedendo già minacciata Milano, partiva da quella città 1’ arciduca Ferdinando colla sua famiglia e colla corte e arrivava il