166 l’indisciplina nelle armate e 1’ insubordinazione in tutto; poiché il sistema dell’ eguaglianza assoluta è incompatibile con la nobiltà, si distrusse la nobiltà, e. poiché non vi può essere monarchia senza nobiltà, si distrusse anche la monarchia, e vi si sostituì una democrazia regale, cioè un governo senza nome. Si tolse al re ogni cooperazione alla legislazione, non lasciandogli che un voto sospensivo, che dopo breve tempo si rende vano, e se gli toglie ogni influenza nell’amministrazione della giustizia, spogliandolo dei diritti inerenti alla Corona da quattordici secoli, e perfino de’ suoi dominii patrimoniali. « Si fece man bassa sulla giurisdizione ecclesiastica e sulle proprietà del clero, levando ogni autorità spirituale ed ogni concorso del supremo Pontefice, e tutti li beni agli ecclesiastici, che si ridussero allo stato incerto e precario di salariati ; si è armata una guardia nazionale, ossia un milione di sudditi. Si è abbandonato il regime interiore delle assemblee popolari, e si è dato in mano la forza pubblica a quaranta ottomila Municipalità, che bisogna pagare, e che non possono andar d’ accordo fra di esse. Si tolse dalle radici 1’ odioso regime feudale. Si fece una nuova geometrica divisione del regno in ottantatre dipartimenti, già aboliti tutti li privilegi delle provincie, dei oorpi e degl’ individui. Essi distrussero i Parlamenti, che hanno fatto nascere gli Stati generali. « Questa nei punti più essenziali è 1’ opera della Costituzione, che raccolta in sette volumi mi onoro di presentare alla sapienza per tutti quelli di V.V. E.E., che volessero leggere una collezione di decreti, parte utili, parte incredibili e contradditorii, e che sotto nome di Monarchia stabiliscono un genere di democrazia, quale appena potrebbe realizzarsi in una piccola città o cantone, ma non in un topografico così grande, come la Francia,