109 Chiozza e dello Stato. Vi sono pur capitali per girar li pubblici dacii e partiti (appalti) e che sono pur ora ipotecati nella pubblica zecca. Quando si tratta nell’ estate di trar la seta, il qual giro asconde a tre in quattro milioni di ducati e torse più, si trovano pure capitali per far agire sì importanti negoziazioni; e se ne trovano pur troppo anche per far acquisto di tante estere manifatture, che pregiudicano la nazione ed impoveriscon lo Stato. Trovi pur il principe i modi di far guadagnare i mercanti, e si troveranno capitali ; si animi a farlo, e non potranno nascere da ciò che ottimi salutari effetti. Ma sin tanto che gli uomini e particolarmente i pa--trizii, e gli altri nobili della Terraferma e le persone costituite in qualche grado di civiltà crederanno cosa poco onorata l’ingerirsi nel traffico, i capitali anziché aumentarsi, audranno sempre diminuendo ; e tutte le regolazioni di tariffe tanto in Venezia quanto in Terraferma, ed ogni altro ottimo regolamento che si procurasse introdurre, non servirà mai a promuovere certi vantaggi, i quali dalla qualità dell’ ingerenza di persone autorevoli possono ricever forza ed aumento. L’idea che hanno gli uomini di ferire in certo modo il suo decoro, se si sappia che prendon parte in arti, bastimenti e commercio, è arrivata a tal segno, che vi è qualche mercante, il quale ha sostituito nell’ officio della seta un suo giovine, perchè teme, che essendo esso ivi ascritto, gli pregiudichi il fine, che ha di farsi nobile ; e la maggior parte pensa di questo modo, quasiché la nobiltà consista nel coltivar simili barbare idee e non nel promovere il commercio che forma la propria e la comune grandezza. Un autor francese dice, che stima più un mercante che stando nel suo gabinetto riceve e dà molti ordini in diverse parti d’ Europa, di quello che un nobile cortigiano, il quale passa la