•% 6 quando la verità né' aia appoggiata a validi documenti, o alla testimonianza di tali, che ancor si ricordano delle abitudini e de’ costumi de’ Veneziani sotto la Repubblica. E cominciando dalla nobiltà, sebbene ciascun individuo di essa fosse stimato eguale innanzi alla legge, e avesse egual diritto ad intervenire al Maggior Consiglio, pel fatto però la differenza nel censo, nelle cariche dello Stato sostenute, nella educazione ricevuta, tre ben distinte classi vi avea introdotte. Laonde più che l’antica divisione in cane vecchie e cane nuove (1), prevaleva quella di nobiltà senatoria, giudiziaria e barnabotta (2) o bassa e povera. Erano conferite di solito alla senatoria le più alte dignità dello Stato, che richiedevano nel loro esercizio magnificenza e grande dispendio ; avvezza quindi alla splendidezza e alla boria, vivea con un lusso principesco (3), e da’ piaceri ammollita, malamente attendeva negli ultimi tempi agli eminenti posti cui era chiamata, affidandone ai segretarii la cura, o lasciandosi volgere a lor grado da quei pochi che tra essa di maggiore ingegno forniti o di maggior ambizione e operosità aveano ridotto quasi totalmente in loro mano il governo. Costituiva la giudiziaria una classe illuminata colu- ti ) Si chiamavano case vecchi? nel sfìc. XVII quelle che si dicevano tribunizie cioè Badoer, Basegio, Baronzi, Bragadin, Bembo, Oontarini, Cornei-, Dandolo, Dolftn, Falier, Gradenigo, Memmo, Michiel, Morosini, Polani, Qnerini, Salomon, Sanitelo, Soranzo, Tiepolo, Zane,Zen. Zorzi, Zustinian. La case nuove prevalsero dal li!82 col doge Antonio Venier sino a Marco Antonio Memmo (1612). Vedi questa storia t. IV, p. 420, e Cicogna Iscrizioni IV, 495. (2) Così detta dalla contrada di s. Barnaba, ove in maggior numero abitava. (3) Alcune famiglie, come Mocenigo, Zenobio, Contarmitene-vanofino 40 a 50 servitori, e dalle sei tino alle dieci gondole. Immenso poi era, come vedremo, il lusso nelle villeggiature.