475 fini fatta da M.r Dumouriez, il partito de’ Costituzionali composto quasi tutto dei membri della passata Asssmblea, dei principali del dipartimento di Parigi, del marchese di la Fayette e di quasi tutti gli ufficiali generali dell’ armata, si trovò tra due fuochi ; li Giacobini al di dentro che non voleano più la costituzione ma un governo repubblicano, o quasi repubblicano, e gli emigrati appoggiati dalle potenze forestiere al di fuori che non voleano più la costituzione ma un governo monarchico su le vecchie basi presso a poco. Essi non perdettero la speranza di difendersi contro li due partiti se guadagnassero a lor favore il re e la regina. A quest’ oggetto cercarono d’atterrirli col pericolo imminente che correvano della vita per parte dei giacobini, e dall’altro lato di ributtarli con la pittura d’ un giogo odioso che sarebbe loro posto sul collo dai Tedeschi e dagli emigrati se venissero a dar la legge a Parigi ed al regno. Dunque fecero vedere al re ed alla regina sopra tutto che 1’ unica maniera onorevole in faccia all’ Europa e sicura per la futura loro tranquillità di sortire da questi due scogli, era di unirsi con loro li quali una volta resi superiori con li mezzi e con li pretesti che poteva fornire la costituzione dilaterebbero 1’ autorità reale a tutti quei limiti più estesi che il re avesse voluto, e lo restituirebbero presso a poco quel re stesso eh’ era innanzi con le proprie sue forze. Per agevolare la persuasione della regina e del re e per ingrossare il loro partito si accostarono e poi si unirono coi monarchisti, li principii de’ quali con questo piano adottavano, e con li veri realisti rimasti in Francia. A questi per guadagnarli fecero sentire, che non avendo essi emigrato come gli altri per rimanere vicini al re, sarebbero dagli emigrati riguardati se non come traditori, almeno come codardi, e che nel nuovo regime, trattandosi di grazie e d’impieghi, quelli che crederebbero d’ aver contribuito del loro sangue per ristabilire la monarchia, non soffrirebbero d’es-ser messi al pari con quelli eh’ erano rimasti tranquilli nelle anticamere di Parigi. Questi discorsi e maneggi promulgati per quasi tre mesi formarono la coalizzazione, la regina si abbandonò facilmente a delle lusinghe conformi ai suoi desiderii del momento senza perdere la speranza che li momenti poi arriverebbero anche delle vendette ; il Re si lasciò persuadere agli ultimi ragionamenti ; di qua li patti in favore dell’ autorità reale fatti dal dipartimento, le venute e rinvenute del marchese di la Fayette e li cambiamenti di ministero.