94 Ne’ Stati della Germania confinanti sono molto poche le spedizioni, perchè mortificate da pesantissimi dazii. Qualche genere si manda nell’ interno della medesima, ma di non molta rilevanza. Gli altri Stati d’Italia si provvedono dai loro porti, ed i nostri generi e le nostre spedizioni o sono nel loro ingresso proibite, o respinte con insopportabili aggravii. Le nostre relazioni in Ponente e con le provincie del Nord, eccettuati alcuni generi e manifatture di vetro, di seta, di grani in qualche tempo, di uve passe, ed in somma di quelle cose, delle quali ne hanno un sommo bisogno, non sono di quella rilevanza, che forse accarezzate potrebbero essere. La Barbaria non ha da noi che delle contribuzioni, giacché con essa si fa pochissimo commercio. Con l’Egitto e con la Soria abbiamo un giro assai ristretto, abbenchè si riguardi come il più esteso ; Smirne, Salonicco, Costantinopoli, le coste e l’isole dell’Arcipelago per noi contano quasi per nulla, come ne fanno fede li bilanci delle dogane. Ma quello che sembra strano, e quasi inaudito, si è che l’Istria, la Dalmazia, l’isole del Levante, come tante e tante volte si è reso noto all’ eccellentissimo Senato da zelantissimi magistrati, non riconoscono che in grado poco riflessibile la città di Venezia, perchè la maggior parte dei loro consumi, particolarmente rapporto alle manifatture, la ritraggono dagli Esteri. E se si dee prestar fede alle scritture concordi dei medesimi benemeriti Magistrati, anche la suddita Terraferma ritrae somme considerabili di prodotti e manifatture per i loro consumi dai finitimi alieni porti. Ma questo commercio, qualunque egli siasi, fosse al-men tutto nostro e de’ sudditi, e ne cogliessimo noi tutto il frutto, che così riuscirebbe, se non altro, meno pesante