41 archi disposti gli imi sovra gli altri, eli aroliitoUnr» veramente grottesca, fornito per ogni dove- di fuochi ar-tifiziati, e avendo ai suoi due lati, verso la torre dell'orologio e il canale, due eminenti palchi sui quali si eseguivano alcuni giuochi nazionali, allusivi ai fatti che avevano dato origine alla festa. Aprivasi la marcia dalle due arti dei fabbri-ferrai e dai macellai vestiti in partico-lar foggia, ed armati alcuni di alabarde, altri di enormi spade a due tagli da adoperarsi con ambe le mani. Conducevano seco tre buoi ornati di nastri e di fiori, e fatti alcuni giri per la piazza, si arrestavano avanti al doge. Allora alcuni dei più esperti troncavano a que’ buoi d’ un solo colpo la testa, fra le acclamazioni del popolo. A quel trionfo vedevasi scendere dalla cella delle campane della gran torre di san Marco per una corda tesa da colà sino al suolo, col mezzo di alcuni ingegni, un uomo vestito alla foggia di qualche deità della favola, ora in una barchetta, ora in un carro, e in mezzo a varii lazzi e giuochi arrivato alla loggia del doge, presentavagli un mazzolino, spettacolo che chiamavasi il volo. Ascendeva poi sugli accennati palchi una truppa di operai dell’ arsenale che vi eseguivano la danza, o giuoco d’ armi, dotto la moresco. Si avanzavano in fine due compagnie di Castellani e di Nicolotti, distinti i primi per berretto e cintura di color rosso, i secondi di color nero, e disponendosi prima a quadrato formavano poi sopraponendosi gli uni agli altri in varie guise, o piramidi, od altri vaghi disegni a grande gioia del popolo, che altamente mostrava i suoi sentimenti, o cogli applausi, o col batter delle mani, o coi fischi. E queste erano le Forze d'Èrcole. Terminati i giuochi, si accendevano 1 fuochi artifiziati, di cui la Macchina era piena, la quale rappresentar dovea gli Vot, IX. 6