345 sua notizia che uno solo accaduto in Brescia, e per il quale avea prontamente dati li più risoluti ordini per 1’ arresto dello scellerato, ma che questo erasi sottratto e salvato nelle montagne sul momento ; che non era di nessuna ragione nè di nessun popolo il voler chiamare responsabili le popolazioni e le città, se uno scellerato commetteva un assassinio. Che a lui (Bonaparte) era solo riferito ciò che accadeva a qualche individuo delle sue truppe, ma che li eccessi da queste commessi certamente egl’ ignorava, quantunque qualche volta portati a’ suoi ufficiali. Ali rispose che non era un solo 1’ assassinio, ma che in varii luoghi erano stati molti, e che avrebbe prese perciò delle risoluzioni relative se mai ne accadessero ancora, e che avrebbe incominciato dal ponte di s. Marco ove sapeva che n’erano stati fatti, e che rapporto poi a’ ricercati bisogni per gli spedali ed altre somministrazioni in Brescia, se queste non fossero state fatte, avrebbe posta una imposizione di due milioni alla ricca città di Brescia, con li quali danari avrebbe proveduto ai bisogni. Aggiunse che nessuno più di lui avea aggradito che il Battagia fosse a Brescia, giacché molto lo considerava, ma che la di lui missione in detta città era un indizio che poco si approvava la condotta del Mocenigo, perchè molto bene serviva 1’ armata francese. Replicò poscia che in fatti era poco contento, e che sapeva anche che comunemente si diceva, che li villici bergamaschi e bresciani uniti alle valli potevano, se si volesse, imporre ai Francesi, della qual cosa egli rideva di cuore, poiché li avrebbe ridotti come li paesani della riviera di Genova. Risposi che queste erano voci soltanto dei malintenzionati capricciosi e maligni, che cercavano di allontanare la buona intelligenza. Anche li ammalati francesi, soggiunse, si lasciano morire sulle strade, cosa contraria alla carità ed umanità. Gli risposi Vol. IX. 41