263 zia stessa, lagnavasi il Lallement dei tanti fuorusciti che s’ incontravano in tutte le strade e nei palazzi, festeggiati, ricevuti in tutta, le case, distinti nelle feste pubbliche, mentre si sfuggivano, si escludevano i veri Francesi in Venezia domiciliati, e viaggiatori, quasi fossero uomini sospetti ; citava il caso di un negoziante cacciato perchè stanco dalle lunghezze de’ tribunali, erasi lasciato andare, a dir vero, a una escandescenza condannabile contro ai magistrati, ma comprendevasi nell’ esilio il cittadino Bernard suo nipote, giovane stimabile, non presente ai discorsi dello zio, nè che avea mai dato motivo di lagnanza ; tollerarsi invece, diceva, con indifferenza che i fuorusciti, ed anche gli stessi veneziani inveissero continua-mente, pubblicamente contro il governo francese, e sparlassero de’ suoi agenti e generali, tanto che un Zuccalà greco, nato suddito veneto, ma sedicente ufficiale al servizio della Russia, avea in una pubblica bottega da caffè trasmodato in guisa con le invettive, che il cancelliere del consolato là presente era stato costretto maltrattarlo per imporgli silenzio. Ricordava che il compilatore e lo stampatore della Gazzetta Notizie del mondo, non contenti d’avere dopo la Rivoluzione francese sparso ne’ loro fogli le notizie e le relazioni più false e ingiuriose alla Francia e scelti dagli altri giornali i passi più a disdoro e a danno di questa, aveano denigrato i suoi principii, ingannata 1’ opinion pubblica, inserito un preteso proclama del Direttorio esecutivo, satira insolente, dettata dalla cattiveria con tutt’ i segni della falsità, riferita solo per compiacenza a qualche vile, che seduce o paga il gazzettiere. Eppure questo foglio, soggiungeva, è sottoposto alla revisione, e compromette il magistrato che ne ha permesso la distribuzione, locchè il ministro di Francia esponeva francamente, perchè non venisse sturbato il buon accor*