*297 dovrà prendere ora preciso partito e determinazione su tal punto delle concessioni di passaggio delle truppe austriache sulle di lei terre. Ed a questo passo non preterisco una particolarità, ed è che avuta nelle mani la detta carta topografica di questo territorio, nell' esaminarla il generale Bonaparte ed il Saliceti come mi venne riferto, con moti di capo e con cenni, diedero abbastanza a divedere essersi sempre più confermati nella persuasione che il generale Beaulieu non avesse altro scampo e adito alla sua ritirata fuorché la via del Cremasco. Quello poi che egli disse rapporto all’ amicizia che lega codesta Serenissima Repubblica alla Francia, sulla quale cadde incidentemente il discorso, sembra meritare un qualche riflesso, poiché egli soggiungendo alle parole d’ altri che nominarono la veneta amica alla francese, si espresse in questi precisi termini, cioè dovrebb’ esserle amica, ma V interesse., V interesse .... Aggiungerò a tutto ciò che 1’ aiutante maggiore del generale Bonaparte avendo avuto occasione di far parola del conte di Lilla ritirato per 1’ innanzi a Verona, ebbe ad esprimersi: fosse pur vero che si trovasse colà, che lo anderessimo a salutare. Si congedò poscia il generai Bonaparte, e nello staccarsi da me, si palesò obbligato per le usategli attenzioni e gentilezze ». Continuavano intanto gli Austriaci a passare pel territorio veneziano, sempre inseguendoli i Francesi. « L’ ar mata austriaca, scriveva Antonio Marin Priuli capitano e vice-podestà di Verona il 15 maggio (1), nella maggior confusione e sconcerto, ridotta a quanto dicesi a solo diciotto mila uomini, compresi gli ausiliarii napoletani, si ritira precipitosamente verso il Tirolo. Ciò porta delle non prevedute nuove molestie negli Stati di Vostra Sere- (1) Delih. Senato T, F. milit. Yol. IX. 88