834 armamento degli abitanti di Verona, questi aveano dichiarato non volervisi per alcun modo piegare ; che, se il Governo non li proteggesse,. farebbero essi da se, verserebbero da sè il proprio sangue ; aver egli invocato il soccorso del vescovo e de’ capi delle arti per quietare 1’ effervescenza, ed ogni mezzo adoperare per contenere il popolo nella moderazione, ma di questa non poteva farsi a lungo mallevadore, per lo che domandava istruzioni (1). I Savi, che allora erano Daniele Dolfin e Pietro Dona, non davano comunicazione della lettera al Senato, e rimaneva perciò senza risposta ; politica inesplicabile, riprovevolissima, e non esente da brutti sospetti, ma che ad ogni modo condur dovea a sicura rovina (2). Tuttavia le notizie che giungevano dalla Terraferma mm erano di tal natura da poter rimanere lungamente occulte, ed il nobil uomo Marco Barbaro del Consiglio dei Quaranta al Criminale levavasi a domandare in pieno Senato a quale scopo si fosse nominata una carica straordinaria in Terraferma nelle attuali condizioni. Tale scopo essere certamente quello della tutela e del sollievo dei sudditi, della preservazione del dominio, dell’ esatta osservanza della neutralità. Ora gli effetti ottenuti non a-vere nudamente corrisposto, e quella carica essersi dimostrata inutile, e quindi trovandosi anche grandemente impegnato il pubblico servigio, domandava venisse da’ Savi proposto un robusto provedimento. Eisposegli il Savio di Terraferma in settimana Gian Domenico Al-morò Tiepolo II, riflettendo intorno alla gravità ed alle (1) Raccolta cronol. Il luglio, pag. 139. (2) Non era però arbitrio personale questo di tacere certe carte al Senato, trovandosi fino dal 1709 e più su, atti diretti dagl’ Inquisitori ai Savi del Collegio colla formula : per comunicare al Senato quando e se ad essi piacerà.