405 riscontro gl' Inglesi prendevano possesso di Porto-ferra-jo; la Corsica dal governo inglese passava a quello di Francia. Col nuovo re di Sardegna Carlo Emanuele correvano buone parole, senza venire a trattato definitivo, e ben vedovasi quali fossero le mire di Francia su quel paese. Da Genova, Bonaparte superbamente chiedeva grandi somme sotto varii pretesti, e inoltre impedisse l’entrata agl’ Inglesi nel suo porto, disarmasse gli abitanti della Pol-cevera. Il Senato cui tali patti pesavano troppo, mandava Vincenzo Spinola a Parigi, ma invano, che dovette segnare un trattato col Direttorio il 9 ottobre, pel quale convengasi che i Genovesi chiuderebbero i loro porti agl’ Inglesi, nè darebbero loro alcuna specie di soccorso; presiederebbero perciò sufficientemente i loro porti, e quando non potessero aiuterebbonli i Francesi : annullerebbe Genova i processi fatti ai sudditi per opinioni, discorsi, o scritti politici ; pagherebbe alla Francia per prezzo del-l’amicizia e della conservazione del territorio due milioni di franchi, facendole inoltre un prestito di altri due milioni. « Genova, osserva giustamente il Botta, debole e lacerata da due nemici potenti, fu obbligata a comporsi con uno di loro, il che non fu la sua salute ; Venezia, lacerata ancor essa da due nemici potentissimi, ma più forte, più padrona di sè medesima, più vicina all’ Austria che alla Francia, più tenace nella neutralità, non volle comporsi, nè ciò fu la sua salvezza ; perchè si aveva a fare con uomini tali che il comporsi ed il non comporsi con loro, era egualmente di rovina » (1). Il papa resisteva sperando ora negli appoggi di Napoli, ora nelle promesse dell’ agente inglese, il quale recavasi in persona a Porto-ferrajo per concertare coll’ am- (2) Botta, Storia d’ Italia libro ottavo.