17 tre il giovane patrizio, compiti d'ordinario i suoi studii nell’ accademia de’ Nobili alla Giudecca, nel Collegio di s. Marco a Padova, a s. Cipriano di Murano, o in esteri collegi a Modena o a Roma, veniva poi iniziato all’ eloquenza nelle varie accademie (1) e cominciava a sedere nelle magistrature, una cultura più svariata ed estesa era richiesta nei secretarii, che spesso aveano in nome de’ loro padroni a scrivere i varii rapporti e consigli. Erano perciò ammessi a tutte le feste dello Stato e dei patrizii, affettavano il fasto di questi, le loro donne vestivano splendidamente, si mostravano più contegnose ed altere delle stesse dame, onde poteasi dire rappresentare il ceto de’ Secretarii a fronte della nobiltà della nascita, quella ben più onorevole e di maggior efficacia che derivava dalla scienza. L’ amor della quale sempre più si andava diffondendo anche negli altri ceti, specialmente in quello degli avvocati, e le nuove idee di Francia, malgrado alla vigilanza degl’ Inquisitori nell’ impedire la introduzione delle opere atte a propagarle, penetravano e guadagnavano parecchie menti. Si ristampavano i moderni romanzi ed altre opere francesi (2), e si traducevano ; le mutilava tal volta la censura, ma sapevasi, come al solito, eluderne i rigori ; e mentre da un canto veniva sempre maggior depravazione nei costumi, dall’ altro sorgeva desiderio di libertà, e preparavasi la via al sovvertimento del governo. Le nuove idee si diffondevano singolarmente tra quelli che facevano professione di coltivare le scienze e le lettere, e vi si lasciarono andare perfino alcuni tra gli stessi (1) Distinguevasi tra altre negli ultimi anni quella in casa Giustinian alle Zattere, diretta dal cliiar. Natale dalle Laste. (2) Nota dei romanzi francesi di Marmontel, Voltaire, Arnaud, eco. stampati dal Formaleoni. Riformatori dolio studio di Padova 1788. Vol. IX. 3