253 una messa di esequie al defunto re nella privata cappella del conte, e dispacci erano stati spediti alle potenze alleate per interpellarle sul proposito e sulle loro intenzioni, anzi i cortigiani s’ erano inoltrati fino a riconoscere d’ indispensabile necessità la pubblicazione di un manifesto, solo discordando ancora sul tempo più opportuno. Concorsero, continuava il rapporto, a Verona a corteggiare il soggetto molti fuorusciti stabiliti nella Dominante : il conta di Entragues, il principe di Nassau, e, cosa degna di particolar considerazione, quel cav. Las Casas, ambasciatore di Spagna a Venezia, che da buon tempo lasciato il suo posto, era di recente ritornato da Vienna, ed avea avute lunghe conferenze col d’ Entragues. Scriveva egualmente il residente veneto a Torino Alvise Querini (1) il 25 luglio (2), essergli riuscito con molta destrezza di penetrare avere il conte di Lilla scritto due lettere a quel sovrano, 1’ una come re di Francia, partecipandogli la sua assunzione al trono, e assicurandolo della più sincera amicizia ed affezione, 1’ altra confidenziale col precedente suo titolo, pregandolo di continuare a tenere presso di sè 1’ Altezza Reale della sua sposa nel solito incognito e coi modi finora usati, la quale avrebbe tenuto sempre in pregio di essere chiamata figlia di Amedeo. A questa seconda lettera soltanto avere il re risposto con altrettanta cordialità e premura, aggiungendo che non rispondeva all’ altra perchè stim'kva fosse vantaggioso attendere prima le determinazioni delle corti alleate, e particolarmente di Vienna e di Londra, non potendo d’ altronde dubitare che egli nell’ animo suo non lo riconoscesse per vero e legittimo re di Francia. (1) Diverso da quello nominato a Parigi. (2) Raccolta, pag. 51.