523 XXVII. Dispaccio di Rocco S infermo al Senato da Basilea 17 febb. 1795 (M.) Serenissimo Principe . Vicino il termine della ingrata corrente stagione, le militari disposizioni dei preparativi per una nuova campagna annunciano da ogni parte non ancor finiti i mali che sì crudelmente affliggono l’Europa. Circondate da naturali ostacoli e da inattese eventualità contraffatte le migliori intenzioni, che alcuni sovrani hanno spiegate per ridonargli la pace, tutto giace nell’incertezza, tutto lascia gli animi nella maggior inquietudine. Porse le deliberazioni che si attendono dal monarca prussiano sul rapporto che il sig. Formus far gli doveva intorno la situazione, in cui la morte del sig. conte di Goltz ha lasciate le negoziazioni, potranno spargere qualche luce sull’odierna oscurità, e meglio sostenere le speranze di parziali accomodamenti. In mezzo però a queste vacillanti lusinghe lo strepito de’ movimenti francesi nelle provincie del mezzo giorno sembrando minacciare nel-l’Italia il teatro maggiore della guerra, mi parve che in così spiacevoli apparenze ì’ obbedienza dovuta ai comandi sovrani di VV. EE. tener non dovesse silenzioso il mio zelo in faccia alla pubblica maestà, e fosse mio obbligo di umiliare alla sua sapienza ciò che potei scoprire relativo agli oggetti di queste disposizioni ed alle viste successive che il Comité della Pubblica Salute sembra coltivare nei suoi piani riguardo quella felice Provincia. Il mio rapporto è formato su moltiplicati confronti di persone che sono in relazione de’ più influenti individui e secretarj del Comitato suddetto ; su varj sociali discorsi che di tratto in tratto il segretario de Barthélémy, ed i prussiani agenti ebbero a tenermi a su diverse lettere pur anche di Parigi. Senza permettermi di garantire la verificazione intiera delle cose, che sarò per umilmente esporre, poiché da infinite eventualità dipendenti, posso senza esitanza per altro assicurare VV. EE. che non dubbie oggidì ne sono le disposizioni. Presente già alla sovrana loro reminiscenza il discorso di Merlin di Donai e quello di Boissi d’Anglas, eh’ ebbi 1’ onore di rassegnare