223 Genovesato, o da quella del Piemonte, per indi gettarsi nella Lombardia ; esser questo il momento in cui le varie potenze d’Italia avrebbero ad unirsi, pensando seriamente alla comune conservazione e difesa, perciò numerosi corpi d’ Italiani e di alleati essere per adunarsi nella prossima primavera sui campi di Lombardia, nel quale stato di cose chiedeva se la Serenissima Repubblica di Venezia sarebbe a concorrere coi suoi possenti mezzi alla salvezza comune, o rimarrebbesi tranquilla spettatrice delle calamità e dei pericoli dei suoi compatriotti. Non essere questo il caso di passeggeri, intestini litigi sorti nel seno stesso d’ Italia per un castello usurpato, un violato confine, o 1’ inquieta ambizione di qualche principe italiano, litigi in mezzo ai quali le persone savie e moderate aveano sempre avuto in pregio di mantener la neutralità ; ma ora trattarsi di vedere questo bel paese in preda alla devastazione, perturbate e sconvolte le antiche forme di governo, abbattute la religione e la morale, e distrutto quanto di nobile e di gentile era stato fatto fin qui, sconosciuti gli antichi confini, con eccidio miserando degl’ Italiani ed alleati, che si accingevano ad affrontare le loro armi. Sembrar dunque che il patriottismo, l’amore del natio suolo, la generosità nazionale, la religione, la politica, tutto facesse invito al governo della Repubblica a concorrere anch’ essa negli opportuni provedimenti per la difesa della patria comune, desiderare il re che la Repubblica volesse seco unirsi al solo scopo di questa difesa, contribuendovi in quelle proporzioni che credesse più opportune, e con quei mezzi che stimasse più efficaci e più alla condizione sua confacenti, e come ebbe sempre a cuore il destino d’Italia, così non volesse ora farle difetto in sì grave emergente. Si aggravavano quindi ogni dì più per la Repubblica