146 sua condizione d’allora, e nel gran turbine in cui avea ben presto ad esser travolta, non dava sospetto d’ invasione in Italia. Difatti in essa i mali ognor più si aggravavano ; lo squilibrio del pubblico bilancio giungeva per lo scialacquo e per la cattiva amministrazione all’ eccesso. «La Francia si trova attualmente, scriveva Antonio Cappello ambasciatore, il 7 gennaio 178728, nella più critica situazione che forse sia mai stata (1), la rovina delle finanze e le domestiche discordie la imbarazzano di dentro, e la rendono inoperosa al di fuori. I tempi necessiterebbero degli uomini grandi alla testa del governo, bisognerebbe ristabilire il credito pubblico, il rispetto interiore e la considerazione forestiera. Sarebbe forse allora più facile 1’ uscire dal contrasto politico in cui è involta. L’ alleanza, la stretta parentela coll’ imperatore, ragioni politiche, riguardi potenti la tengono legata alla corte di Vienna, e forse inseparabilmente». L’ambasciatore avea seguito attentamente tutt’ i segnali della grande rivoluzione che si andava preparando, lo svilupparsi delle idee di libertà nel popolo e la formazione di quello che poi si disse il terzo stato, la ruina sempre crescente dell’ erario, la sfiducia e la scontentezza che susseguivano alla pubblicazione del famoso Resoconto del ministro Necker nel 1781, la prossima dissoluzione della società, manifestamente rappresentata nella commedia del Beaumarchais le Nozze di Figaro, nella quale era esposto al dileggio, al disprezzo, tutto 1’ ordine allora esistente, svelandone senza misura o ritegno le parti ridi-•cole e odiose, mostrando in pieno meriggio la depravazione, i raggiri, le seduzioni, la scaltrezza, le violenze de’ grandi e de’ nobili, contro ai quali insorgeva il popolo, (lj Dispacci Cappello all’ Archivio.