455 sono per esporre nel presente devotissimo foglio. Parecchi signori francesi fuggiaschi dalla loro patria hanno più volte sollecitato tanto in Francfort che a Vienna questo Sovrano ad impegnarsi colle di lui armi per ristabilire la regia autorità in sul medesimo piede in cui trovavasi avanti la rivoluzione, cosa però che ha sempre ricusato ; oltreché non deve spiacere a questa Monarchia pelli di lei oggetti politici, vedere la potenza francese abbattuta e sconvolta. Egli ha in vista particolarmente due motivi. Primo, perchè non gli pare giusto tentare un’ impresa difficilissima per costringere i Francesi ad avere una forma di governo piuttostochè un’ altra, essendo qualunque nazione padrona in casa propria purché non offenda o molesti li principi vicini. Secondo, perchè la regina di Francia, amatissima sua sorella, in grazia delia quale soltanto avrebbe potuto muoversi questa Corte, sarebbe esposta a pericolo gravissimo ed elidente se si destasse in Francia un puro sospetto che l’Imperatore armasse contro la nazione francese a favore del Re. Su tale importantissimo particolare fu consultato replicatamente da Cesare il sig. principe di Caunitz. Egli ha sempre risposto che la Corte di Vienna, o non deve frammischiarsi in conto alcuno nelle cose di Francia, o se vuole mischiarsi, le conviene spiegare tutta 1’ energia e fare ogni sforzo possibile, poiché l’agire con modestia e lentamente sarebbe stato non solo superfluo ma dannoso per tutti li riguardi. Ma la risoluzione di non prendere alcuna parte la riputava migliore. Il conte d’Artois ha prodotto all’imperatore e per via di lettera e per via d’emissarii replicate insinuazioni e istanze perchè questo Gabinetto s’impegnasse per il suo ristabilimento in Francia. S. M. si è sempre schermita dalle sue dimando, e vedendosi a questi ultimi giorni stretta da maggiori sollecitazioni gli ha scritto di proprio pugno ed in termini precisi che non entrerà in questo nè in alcun affare o negoziazione seco lui. Tutto al più si piegherebbe a prestar orecchio alle proposizioni del conte d'Artois quando il re di Francia gli scrivesse, spiegandogli positivamente il desiderio che la Corte di Vienna s’interessasse nelle prefate emergenze, su di che S. M. Cesarea si riserverebbe a prendere quelle risoluzioni che credesse più confacenti alla dignità di questa Corona, nonché al vantaggio della Regina di Francia. Il Re di Sardegna ha consigliato il conte d’Artois di partire da Torino e da’ suoi dominj. Fu mossa a questo passo S. M. Sarda dalli discorsi tenuti nell’ Assemblea nazionale di Parigi, relativamente al ricovero dato a quel principe ed altri signori fuggiaschi francesi ;